Scan City

Videoinstallazione sincronizzata sulla città e sui suoi segni, sui numerosi linguaggi con cui ci parla di se stessa, del suo tempo e di chi la vive. Una città raccontata attraverso una serie di luoghi facilmente riconoscibili ma che rappresentano idealmente non una ma mille città.
Sei immagini accostate le une alle altre costituiscono i diversi tasselli di racconti urbani, apparentemente fissati nel bianco e nero della proiezione come in una lunga fotografia. L’attenzione del visitatore viene però catturata dal movimento meccanico della “lente” di uno scanner, che scorre lentamente lungo lo scenario mettendone in risalto la vita, il colore ed interpretandone le sue sonorità, in modo ipnotico.
Questo scenario urbano comunica se stesso attraverso un quotidiano visivo rappresentato da differenti livelli: immagini, scritte, simboli e voci. Quando lo scenario torna alla sua immobilità acromatica, ricompone un orizzonte continuo, ma composto di dettagli temporali differenti.
Come un’onda lenta l’immagine in movimento richiama la nostra attenzione su squarci di città che ci sembrano sempre uguali a se stessi, verso i quali il nostro sguardo è ormai anestetizzato dalla saturazione di stimoli visivi e ai quali è ormai assuefatto. L’intervallo di tempo in cui lo scenario prende vita evidenzia le tracce, i passaggi e i segni che si accumulano, piccole variazioni, impercettibili slittamenti, accenni di poesia che si stratificano sulla pelle della città.